Mainstream e no

Immagine di LMVDMCome tutti i blogger che si rispettano, ho comprato Internazionale e letto LMVDM, il fumetto – quasi romanzo – di Gipi. Commovente e divertente. Per trovare una edicola che l’avesse, ho dovuto girare Genova per un bel po’, a testimonianza che, dopo Obama, l’influenza dei blogger è determinante per ottenere il successo. 

Immagine di L'uomo che cadde sulla terra

Ma il romanzo che più mi ha appassionato in questo periodo è di più di quarant’anni fa: è L’uomo che cadde sulla terra di Walter Tevis. Un capolavoro di uno scrittore poco prolifico ma di livello altissimo (ha scritto anche Lo spaccone e Il colore dei soldi).

Naturalmente, ho rivisto anche i tre film.

Una testa mozzata/2

If you liked school, you'll love workIl nuovo romanzo di Irvine Welsh è divertente ma non è Colla, e neanche Trainspotting.
Quello che più mi incuriosisce sono le ragioni per cui una novella che ha come titolo Kingdom of Fife venga tradotto come Una testa mozzata.
Me lo puoi spiegare, Catriona?
E come da una raccolta di cinque short stories (If you liked school, you’ll love work), ne venga estratta una sola, Kingdom of Fife appunto, e venduta come un romanzo a sé stante.
O forse quest’ultima mossa l’ho capita…

Una testa mozzata

Immagine di Una testa mozzataHo iniziato il nuovo libro di Irvine Welsh, Una testa mozzata. I soliti ingredienti ci sono tutti, birra droga sesso e amicizia. In più c’è il Subbuteo.
Non posso non amarlo, dottori.
Perché il Subbuteo è stato parte della mia fanciullezza, e con quegli omini ci ho passato interi pomeriggi. Come gran parte dei miei coetanei. Poi sono arrivati i videogiochi* e la magia è sparita. 
(*) Federico non ti arrabbiare! 


Things the grandchildren should know

Copertina del libro Things the grandchildren should knowMark Oliver Everett (detto E) è il leader e l’unico membro stabile degli Eels. Ma è anche il figlio di uno dei più grandi fisici del ventesimo secolo, Hugh Everett, l’autore della teoria dei mondi paralleli. Un interessante (proiettato anche prima del recente concerto a Milano, tra lo stupore dei presenti che non conoscono le abitudini di E) documentario della BBC Parallel worlds parallel lives descrive la vita del fisico attraverso gli occhi del figlio che, a molti anni dalla morte del genitore, ripercorre i luoghi della vita di quest’ultimo nel tentativo di capire la sua teoria e di recuperare quel rapporto che, in vita, non c’era mai stato.

Quest’anno, E ha pubblicato anche un libro, Things the grandchildren should know, che ripercorre la sua vita, dai primi anni di vita fino al giorno d’oggi. Anche se ancora giovane, la vita di E è stata piena di avvenimenti, per lo più tragici. La morte del padre, il suicidio della sorella, la morte della madre hanno segnato la vita di E, convicendolo di avere una vena di follia e depressione nella sua famiglia. Gli avvenimenti vengono descritti con uno stile piano, senza enfasi, ma anzi con una vena di ironia che allevia la pesantezza dell’accaduto. Non bisogna dimenticare che proprio dalle disgrazie avvenute E ha tratto uno dei dischi più belli degli anni novanta, Electro shock blues. E che anche il suo ultimo capolavoro, Blinking lights and other revelations (in cui vi è la canzone che dà il titolo al libro), ripercorre tutta la sua vita.

Un libro consigliato a tutti quelli che conoscono gli Eels. Gli altri, che si ascoltino prima i dischi!

Nelle mani giuste

Nelle mani giuste di Giancarlo De Cataldo si ricollega a Romanzo CriminaleNelle mani giuste portando l’azione all’inizio degli anni novanta, quando la bufera di Mani Pulite aveva destabilizzato la scena politica italiana. Gli eredi del Vecchio, protagonista ombra del precedente romanzo, si adoperano per far finire il potere nelle mani giuste, come dice il titolo. Per questo cercano di scendere a patti con la mafia (è la stagione delle bombe di Firenze, Milano).

Purtroppo questo romanzo non vale un’oncia dell’altro. Mentre Romanzo Criminale era corale, spietato, non banale, questo è solo un fumettone rosa con una trama complottista troppo schematica e una sorpresa finale che arriva telefonata e inutile. Una delusione.

UPDATE: anche Sauro non è molto convinto…

Giorgio Scerbanenco

Giorgio Scerbanenco è considerato il padre del nero italiano. Apprezzato in Italia negli ultimi anni, con autori che si ispirano esplicitamente o meno al suo stile (come Carlotto), Scerbanenco ha scritto tantissimi racconti e romanzi, soprattutto negli anni cinquanta e sessanta, spaziando anche in altri generi come il rosa, la fantascienza e il western. I romanzi più famosi sono quelli del ciclo di Duca Lamberti, medico espulso dall’ordine per aver praticato l’eutanasia. Ho letto Venere Privata e I milanesi ammazzano al Sabato, che fanno parte di questo ciclo. Sono tutti e due romanzi di buona fattura, scritti con uno stile asciutto, misurato, che sembra ricalcare con perizia le lezioni dei maestri francesi e americani (mi viene in mente Jim Thompson).

L’unica nota stonata è l’anacronismo di certe caratterizzazioni, come l’omosessuale invertito infido e depravato che negli anni trenta poteva ancora andare ma nei sessanta della rivoluzione sessuale un po’ meno. Oppure la ricorrenza della tratta delle bianche come il crimine più efferato, o i colpevoli, che hanno nomi da immigrati dal sud, mentre i milanesi sono onesti lavoratori.

Glifo

GlifoGlifo di Percival Everett parla di Ralph, un neonato di 10 mesi intelligentissimo che si rifiuta di parlare. In compenso scrive bigliettini che mandano in agitazione tutti tranne la madre, che continua ad amarlo, ricambiata, come le mamme fanno con i figli, anche i più scapestrati. Il romanzo, scritto in prima persona da Ralph, descrive le disavventure semicomiche del bimbo, rapito da studiosi, dalla C.I.A., da due poveracci e perfino da un prete pedofilo (pare essere la moda del momento). Il tutto condito da riflessioni filosofiche sul linguaggio, sempre sul filo dell’ironia, tanto da far pensare ad un senti chi filosofeggia. In definitiva, il libro, nonostante l’idea originale e lo stile divertente, dopo un centinaio di pagine ha cominciato a stufare Zuck, che l’ha terminato il più presto possibile. Forse perché non è che vi abbia scorto molto di più che un divertissement (?) per teorici del linguaggio.

Pare che, potenza del marketing 2.0, il libro abbia anche un blog.

La mania per l’alfabeto

La mania per l’alfabetoCome i miei venticinque //feed reader// ben sanno, per me un romanzo è trama, intreccio, varietà dei personaggi e magari qualche morto //ammazzato//. Invece La mania per l’alfabeto di Marco Candida non ha niente di tutto //questo//.
Dopo le prime pagine, già mi preparavo a cercare una //scusa// per non stroncare un libro che, in definitiva, parla di Marco Candida che //cerca// di scrivere un libro.
Però, man mano che andavo avanti con le pagine, mi trovavo a //volerne// leggere ancora di più. E a perdere le //stazioni// a cui scendere, assorbito dai vaneggiamenti di cui Michele, il protagonista, riempie milioni di post //it//. A leggere orazioni funebri scritte dalla morta stando in piedi sull’autobus, non appoggiandomi agli //appositi// sostegni. Ad attraversare la strada con gli occhi sulle pagine in cui Fran scopre che tutto il mondo gli //tende// imboscate.
Come potete ben capire, il vostro //beneamato// Zuck è rimasto esterrefatto da questa inspiegabile //malìa// che l’aveva catturato. Poi ha capito che era tutta colpa dei piccoli //esserini// che stanno dentro al computer.