Via Giavasan, il trailer del film tratto da Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams
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Come avrete notato, si cambia dominio in Splinder da .it a .com.
Dottori, aggiornate i vostri link, se ne avete.
Tornato
Dopo aver trascorso due abbondanti settimane in una casa in stile abuso edilizio anni 80 a Torre dei corsari, Zuck, Smilza e Badòn sono tornati all’amata residenza genovese. Durante le assolate ferie, Zuck ha rimediato:
- Il riacutizzarsi del colpo della strega già subìto poco tempo fa (Badòn comincia a pesare 14 chili)
- Una pallida abbronzatura, nonostante abbia usato la crema protezione totale di Badòn
- Una vittoria a bilie sulla spiaggia, sconfiggendo gli esperti Papa T, Pablo, Svish, Lu
- Una buona pratica di simil Beach volley, a cui potrà sfidare l’Inca
- 14 bottiglie di rosso, 3 di rosato, 6 di bianco, da varie cantine della zona
- Una certa dipendenza per il pecorino
- La lettura di
- L’affare Khalkis (1932) di Ellery Queen, niente di più né di meno di quello che ti aspetteresti
- L’anatra messicana (1993) di James Crumley, il più eccessivo e drogato degli autori hard boiled degli ultimi 30 anni
- Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (2003) di Mark Haddon, una cagata, un Rainman incrociato con Paddy Clarke, che non possiede la freschezza del secondo.
- Davy, l’eretico (1964) di Edgar Pangborn, capolavoro fantascientifico sul tema cronache del dopobomba
- Una rasatura a zero, frutto della presenza di un rasoio elettrico alla moda ma non di normali forbici nella dotazioni dei compagni di vacanza (e anche della testardaggine della Smilza)
Bene, dottori, sono tornato, cosa è successo durante la mia assenza?
Asimov history (parte II)
La prima parte è qui.
- Le correnti dello spazio (The currents of space 1952 ****): Trantor è la capitale di un vasto regno in espansione, ma l’azione è concentrata su Florina, un mondo dove una classe di contadini viene sfruttata dai signori di Sark per la produzione del famoso tessuto Kyrt. Uno sconvolgente segreto, custodito da uno studioso che ha perso la memoria, rivoluzionerà i rapporti tra servi e padroni.
- Il tiranno dei mondi (Stars like dust 1951 **): Il pianeta Tiranno domina con crudeltà sui mondi nebulari, ma la scoperta di una potentissima arma aiuterà i ribelli nella preparazione della controffensiva (N.B. l’arma, rivelata solo nell’ultimo paragrafo del libro, è una… ehm… stronzata)
- Paria dei cieli (Pebble in the sky 1950 ***):Schwartz, sessantenne ebreo di Chicago, si ritrova improvvisamente catapultato nel futuro mondo dove l’impero di Trantor domina su tutta la galassia. I terrestri vivono su un pianeta radioattivo e sono oggetto di un feroce razzismo da parte di tutti gli abitanti di tutti gli altri pianeti e di una dominazione locale di una casta religiosa che, per riconquistare il potere sulla galassia, è disposta a propagare un terribile virus.
- Preludio alla Fondazione (Prelude to Foundation 1988 **): Il giovane Hari Seldon si trova ad affrontare, nel suo primo viaggio a Trantor, la grandiosa capitale capitale dell’impero galattico, varie peripezie, braccato da Eto Demerzel, l’eminenza grigia della corte dell’imperatore. Alla fine della sua fuga per i vari settori del pianeta, scoprirà la chiave per trasformare la psicostoria da teoria affascinante in mezzo per salvare dalla decadenza la civiltà galattica e il segreto che nasconde Eto Demerzel.
- Fondazione anno zero (Forward the Foundation 1993 ****): La vita di Hari Seldon su Trantor, cercando di mettere le basi per l’applicazione della psicostoria dall’entusiasmo iniziale ad una vecchiaia stanca e sfiduciata, fino a quando la nipote gli darà chiave per mettere finalmente in pratica il suo proposito di abbreviare il periodo di decadenza tra la fine dell’impero galattico e la nascita di un nuovo impero.
I primi romanzi del ciclo dell’impero sono quelli che meno si prestano ad essere saldati agli altri in un’unica storia galattica, vuoi perché sono i primi ad essere scritti, vuoi perché, a parte Le correnti dello spazio, più deboli rispetto agli altri per quanto riguarda l’ampiezza di vedute riguardo alla storia futura. Preludio alla Fondazione è essenzialmente un romanzo di raccordo, mentre l’ultimo romanzo scritto da Asimov prima di morire è l’unico notevole tra quelli scritti dopo gli anni della “pausa”. Forse l’immedesimazione tra il vecchio Seldon e il vecchio Asimov ha portato un’aura poetica in più al plot, comunque notevole di per sé.
-
(Continua)
Per Fratellino
And no matter where I go
There’s no place , or face I know.
Because we’re lost in the world
That won’t understand
Don’t let go
You just keep holding my hand.
You just keep holding on,
You just keep holding on,
You just keep holding on,
Just keep holding on.
Idiot wind, blowing every time you move your mouth
Che, dottor Luca Sofri, lei non capisca Bob Dylan non fatico a crederlo, non penso che nemmeno lui capisca molto di quello, ed è molto, che ha scritto.
E infatti nei concerti, che lei è andato a vedere, e ci sono andato anch’io, gli ultimi, molto spesso non azzecca nemmeno i testi delle sue canzoni.
Ma lasciamo stare che è stato il primo, lasciamo stare le parole, lasciamo stare la voce, lasciamo stare la rivolta, il sessantotto e la risposta che sta nel vento, amico mio.
Ma cominciamo a mettere i puntini sulle i, innanzitutto sulla validità musicale di Bob Dylan: Mr Tambourine Man, All along the Watchtower, Knockin’ on heaven’s door sono sue canzoni minori, portate al successo in tempi diversi da interpreti che non erano lui, non avevano il suo Mito, a suo dire usurpato, a sostenerli. E come mai sono diventate così famose? Per la musica e le parole, perché sono ottima musica che si fonde con parole speciali.
Secondo, Bob Dylan non è il poeta del sessantotto, delle canzoni di protesta, Dylan è, principalmente, un autore di canzoni d’amore e, per di più, delle più belle canzoni d’amore mai scritte nella storia della musica. Penso, visto che non ne fa menzione, lei non abbia mai sentito It’s all over now, baby blue, Queen Jane approximately, One of us must know, I want you, As I went out one morning, Forever young, Oh sister, Sara, Sweetheart like you, Brownsville girl, Lovesick. O se l’ha sentite, le riascolti.
Terzo, nel 68 Bob Dylan non inneggiava affatto alla rivoluzione, l’ha mai fatto?, aveva appena pubblicato, dopo il famoso incidente di moto, un disco criptico, di visioni bibliche, e si accingeva a pubblicarne uno di ballate country.
Quarto, la forza musicale di canzoni come Stuck inside of mobile e l’efficacia descrittiva come Hurricane, la poesia della musica di I shall be released, la cupezza di Most of the time.
E infine, dopo tutto questo, la capirei se dicesse:- Amico mio, Dylan è un buon cantautore, ma sai, Zuck, i gusti sono gusti, a me piacciono i Dire Straits e Gabriel, sono cresciuto tra i 70 e gli 80 e cheppalle.
La capirei, dottor Wittgenstein, e, in effetti anche Zuck fino ad un certo punto la pensava quasi come lei.
Fino al momento in cui ha ascoltato gli 11 minuti di Sad eyed lady of the lowlands, e si è innamorato anche lui.
E, in piena trance, il giorno dopo ha acquistato Blood on the tracks, un disco tutto di capolavori (raro in Dylan, e su questo le dò ragione) che, dottor Sofri, è invitato ad ascoltare, comunicando ai suoi 25 affezionati lettori, tra cui vi è il qui presente, quale canzone è meno che perfetta.
Ehi, dottor Carlo Feltrinelli, avrei un libro nel cassetto, basta così?
Piombo rosso
Venerdì scorso, alla Fnac, Zuck ha assistito alla presentazione del libro Piombo rosso del politologo Giorgio Galli, condotta da Augusta Molinari e da un giornalista del Corriere Mercantile, alla presenza dell’autore. Il libro parla, come recita il sottotitolo, della storia completa della lotta armata in Italia dal 1970 a oggi. In particolare della lotta armata di sinistra, argomento che Galli ha già trattato nel libro Il partito armato.
Il libro ripercorre, con precisione storiografica, tutti gli avvenimenti che hanno coinvolto le bande armate di ispirazione comunista, partendo dall’evidente particolarità della situazione italiana, laddove il terrorismo ha continuato ad insanguinare il paese fino ai giorni nostri, mentre negli altri paesi europei è durato lo spazio di un lustro.
La tesi di Galli, che percorre tutto il libro, è che questa anomalia italiana sia dovuta alla concomitanza di due fattori: la evidente radicazione nel sociale della lotta armata, con un sottile filo rosso che la lega ad alcune frange estremiste della resistenza antifascista, e la copertura che i servizi segreti italiani, nel tentativo di spostare verso destra un elettorato che rischiava di portare il PCI al governo, secondo l’ottica della creazione del famoso “nemico interno”, hanno dato ai terroristi.
A sostegno di questa tesi, Galli porta documenti che testimoniano come le forze dell’ordine conoscessero i vari protagonisti delle future vicende terroristiche, da Curcio a Moretti fino alla Lioce, ma esercitassero su di essi un controllo molto blando, non impedendo le loro azioni di sangue, ma incanalandole nei modi e, soprattutto, nei tempi più adatti a creare nel paese un clima di tensione, si vedano la azioni compiute appena prima di punti di snodo epocali della nostra storia (referendum sul divorzio, compromesso storico, primo governo di sinistra, riforma del mercato lavoro).
Le principali obiezioni portate dai presentatori a Galli hanno riguardato l’assenza di approfondimento sociale del fenomeno terroristico del libro, forse troppo intento a presentare i fatti lungo la linea tracciata dalla tesi sostenuta e poi, come questa influenza dei servizi segreti, invece di portare ad una reazione verso destra dell’elettorato, ha condotto, piuttosto, ad una stagnazione delle posizioni che si è protratta per tutti gli anni ’80.
Bisogna dire che la tesi di Galli si pone a metà strada tra quelle assolutamente complottiste (Flamigni) che non sgorgono nessun radicamento a sinistra del terrorismo rosso, ma solo una terribile macchinazione per impedire la presa democratica del potere da parte delle forze parlamentari di sinistra, e quelle di alcuni commentatori politici di destra, che esauriscono la storia del terrorismo con la storia dei suoi esecutori.
Zuck, dottori, ha acquistato il libro e lo leggerà con cura, per il momento pensa che cercare sempre la colpa nei servizi segreti, con le loro strategie nascoste, è un buon alibi per spiegare cose che non si riescono a capire (tipo gridare “miracolo !”). Per quanto riguarda il radicamento a sinistra del terrorismo, ricorda quanto suo padre, operaio, disprezzasse questi “dottorini” della lotta armata, quando tornava a casa da qualche assemblea.
Stan Ridgway
Rompete il porcellino, dottori, sta per uscire il nuovo CD di Stan Ridgway.
Se non sapete chi sia, chiedete a Daniela.