2 morti su 5 sono per aver letto le statistiche

Dottori, qual è la prima cosa che vi viene in mente quando, lanciati a folle velocità, leggete una di quelle insegne luminose di cui ho già parlato che riportano scritte tipo 3 morti su 5 per eccesso di velocità?

Previa grattatina alle palle, pensate a rallentare?

No, penso di no.

E avete ragione, miei cari! Perché l’informazione che vi dà quella scritta è praticamente nulla, se la depuriamo dell’emotività allarmistica della parola morte.

Infatti, cosa significa che 3 morti su 5 sono per eccesso di velocità? Non significa che ogni 5 persone che muoiono 3 stavano andando più veloce del dovuto. Significa che ogni 5 morti per incidente stradale 3 lo sono a causa dell’eccessiva velocità. Riflettete bene su cosa vuol dire: NON MI DICE IN NESSUN MODO IN CHE MISURA IO, CHE SUPERO IL LIMITE DI VELOCITÀ, RISCHIO DI PIÙ SE NON LO SUPERASSI. Ed è questa l’informazione che sarebbe veramente dissuasiva.

Quizzetto: Vedete anche questo cartello: un morto su 50 per aver guidato scalzo.

Secondo voi, è più pericoloso guidare scalzi o superare i limiti di velocità?

Train in vain

Dottori, dovete sapere che il vostro beneamato, per andare al lavoro, esce di casa di buon mattino e si reca a prendere il treno a Genova Brignole. Qui arriva con circa una decina di minuti di anticipo sull’arrivo del treno per Voltri. Sul binario 1 della stazione, a quell’ora, ci sono sempre gli stessi tipi, gente che va a lavorare, chi con il volto assonnato, chi con il fare impaziente di chi non ha tempo da perdere, Zuck, dal canto suo, ha sempre un libro (quello che si dice un buon libro, ma molte volte è solo un libro e nemmeno tanto buono) a tenergli compagnia e tira su gli occhi dalle pagine solo per una ragione: salutare, sbeffeggiandoli, lo Zio e il Suvvìa che transitano, sul secondo binario, a bordo del treno sbagliato, quello per Pontedecimo (nelle stazioni precedenti, l’assenza di indicazioni dei treni provoca questi qui pro quo).

Schizzo non arriva molto spesso in anticipo sul binario, lei, il più delle volte, piomba direttamente sul treno ormai in partenza, forse catapultata da strani marchingegni attraverso le porte ormai chiuse. Arrivata nel corridoio del treno con sistemi sconosciuti a noi umani, Schizzo impiega qualche minuto per riprendersi, tempo che trascorre percorrendo senza posa l’intera lunghezza del treno alla ricerca del vostro beniamino, che sta tranquillamente leggendo, ben in vista. Ma Schizzo lo vede solo alla quarta passata.

Zuck, di solito, cerca di trovare quattro posti liberi adiacenti. In uno si sistema una accaldata Schizzo, gli altri due sono pronti ad accogliere a Principe il Bernacca e Ccheppalle.

Come dice il nome, il Berny è un patito di meteorologia, nel senso che fa patire gli altri (soprattutto Zuck, a dire il vero) con le sue previsioni, con gli aggiornamenti delle sue previsioni, con le verifiche delle sue previsioni, con le conferme delle sue previsioni, con le percentuali delle sue previsioni, e così via.

La caratteristica di Ccheppy, invece, è l’attitudine positiva verso il lavoro che comincia ad esternare già di prima mattina, ripetendo il proprio nome innumerevoli volte, soprattutto quando viene interpellata sulle attività da svolgere in ufficio durante la giornata.

L’inconfondibile sagoma di questo ineffabile duo si delinea sempre nella stessa posizione, sul binario sotterraneo della stazione di Genova Principe, ma, mentre Zuck, mediante un semplice cenno del capo, riesce sempre a farsi scorgere dai due, Schizzo, presa da raptus segnalatorio, comincia a saltellare, nel tentativo di farsi localizzare, agitando le mani in maniera compulsiva contro il vetro del vagone. Una volta, in un momento di foga eccessiva, Schizzo tirò giù il finestrino per sporgersi a busto intero fuori dal treno ed essere meglio visibile; Berny e Ccheppy notarono solo Zuck che li salutava alzando leggermente il sopracciglio sinistro, mentre l’aria gelida di Gennaio provocò una polmonite fulminante all’anziana signora appisolata qualche sedile più in là.

E così, a Principe, il magico quartetto è finalmente completo, arricchito alcune volte dallo Zio e dal Suvvìa, scesi appena in tempo dal mitico Nervi-Pontedecimo. Cosa dire delle profonde e animate discussioni che avvengono nel tratto fino a Cornigliano? Meglio non dire niente.

All’approssimarsi della stazione di Cornigliano, il vostro Zuck vorrebbe prepararsi in tempo, ma gli altri adottano la tecnica del ‘Chi si alza per primo è scemo’, che lo costringe invariabilmente a restare immobile con il cuore in gola al pensiero di non riuscire a scendere dal treno.

Una volta scesi in maniera rocambolesca, il gruppo prende un autobus da cui scende nei pressi del luogo di lavoro. Ma, mentre CCheppy, Zio, Suvvìa, Berny e Zuck procedono ordinati in fila indiana verso i rispettivi tornelli, Schizzo si getta in mezzo alla strada, facendo stridere pneumatici, inchiodare vetture e bestemmiare automobilisti, per guadagnare quella sporca dozzina di secondi sull’orario di entrata.

Le avventure di Badòn nel paese delle meraviglie

Dovete sapere, miei cari dottori, che il vostro beneamato Zuck, una mattina alla settimana, prende il bolide verde per portare il piccolo Badòn dai suoi nonni a Pegli.

I commenti del piccino iniziano da S.Martino (“le campane fanno dondolàn”), si dilungano in Corso Italia (“c’è il mare blu”), proseguono lungo la sopraelevata (“che macchina è quella?”), si intensificano in autostrada (“Galleria!”), si fanno perentori al casello (“Papà, dai il biglietto e la moneta al signore”) fino all’apoteosi all’arrivo (“Quella macchina ci ha rubato il parcheggio!!!”).

Insomma, la partecipazione al viaggio del bimbo rende divertente anche un’alzataccia mattutina e una probabile coda lungo il tragitto.

L’altra mattina, però, ero nella solita fila che tutte le macchine provenienti da Corso Italia fanno risalendo per un breve tratto Viale Brigate Partigiane per immettersi sulla sopraelevata, quando il solito furbo (avete presente. dottori?) ha saltato la fila per poi inserirsi repentinamente all’imbocco prima del semaforo. La manovra, che fanno tutti quelli che credono di avere il diritto di saltare la coda, vuoi perché “stanno lavorando” (beh, se non mi superi ci arrivo anch’io a lavorare), vuoi perché “sono in ritardo” (beh, se rispetti le regole anch’io arrivo in orario), mi ha sorpreso, e le due autovetture sono venute quasi a contatto.

Il vostro caro Zuck, dottori, ha perso per una frazione di secondo il controllo, ha guardato in faccia il furbastro, e ha scandito, in modo che l’esteta del codice della strada lo potesse chiaramente leggere sulle sue labbra, l’epiteto “CO-GLIO-NAZ-ZO”.

Tutto è avvenuto in un attimo le due autovetture hanno proseguito per la loro strada, il furbo ha zigzagato per uscire al più presto dall’ingorgo e Zuck si è ricomposto, riprendendo il suo abituale buonumore.

Solo nel piccolo Badòn è rimasta la curiosità di vedere una nuova specie di animale:

“E dov’è il coniglionazzo?”

Genova per noi, che siamo nati a Genova

Il dottor X§ ha fatto outing.
È genovese, e per di più genovese trapiantato a Milano.
Questo ha suscitato una valanga di commenti dai vari blogger genovesi in giro per l’Italia.
Visto che il vostro beneamato Zuck, anche lui, ha vissuto per tre anni tra Torino e Milano, e subito le stesse frasi di scherno e sorpresa dei padani, ha raccolto tutto ciò che i vari commenti hanno indicato come caratteristiche di Genova e dei genovesi, in un gioco di libere associazioni.

  1. Cristoforo Colombo
  2. Il pesto
  3. la focaccia
  4. Il Genoa (o u zena)
  5. La Sampdoria (o u doia o la sandoria)
  6. E’ vicina al “Serravalle Outlet”
  7. sono tirchi
  8. sono molto chiusi
  9. parlano una lingua strana che sembra portoghese
  10. parlano come quel pupazzo alla televisione
  11. trattano male i turisti
  12. Renzo Piano
  13. Fabrizio de André
  14. Bruno Lauzi
  15. Paolo Villaggio
  16. Piazza delle Erbe
  17. Castelletto
  18. La lanterna
  19. Castello d’Albertis
  20. Il Senhor do Bonfim
  21. I vicoli
  22. Il Disco Club
  23. Vittorio Gassman
  24. Gino Paoli
  25. Beppe Grillo
  26. Eugenio Montale
  27. Carmen Russo
  28. Gilberto Govi
  29. Ivano Fossati
  30. Goffredo Mameli
  31. l’aperitivo ai bagni Sillo
  32. Il baretto
  33. Boccadasse
  34. le donne di genova d’inverno non mettono le calze
  35. Il G8
  36. Belìn
  37. il mare
  38. Sabrina Salerno
  39. le friggitorie
  40. I ricchi e poveri
  41. Luigi Tenco
  42. Se n’accorziemo a-o frizze, se saiàn pesci o anghille
  43. La mamma di Bruce Springsteen
  44. Gli svincoli assassini
  45. Le partenze in salita, sfrizionando
  46. La vela chiamata Genova
  47. Sun zeneize risu reu strinzu i denti e parlu cheu
  48. Sede del distributore per l’Italia della Ceres
  49. Tina Lagostena Bassi
  50. Baccini
  51. I trilli
  52. Cioccolateria Buffa
  53. I Jeans
  54. Maurizio Maggiani
  55. La farinata (con i bianchetti)
  56. I meganoidi
  57. Carlo Fausto Cereti (esimio prof di Agronomia)
  58. A Dumenega
  59. Medicus medicorum
  60. Camillo Sbarbaro
  61. Dino Campana
  62. Luca e Paolo
  63. Le acciughe ripiene
  64. Sa pesta
  65. Le torte di verdure
  66. U tuccu
  67. A cimma
  68. i forti
  69. l’aeroporto piu’ spettacolare d’Italia, quando ci atterri
  70. Le funicolari
  71. Via Venti
  72. Via pré
  73. Le campane di Sestri ponente
  74. Sensa vin se navega, sensa mugugni no
  75. i Doria, gli Spinola, i Pallavicino, i Grimaldi
  76. La passeggiata di Nervi
  77. Villa Pallavicini
  78. Il giuoco del Lotto

Hanno partecipato:
Daniele,
Potamina,
Severine,
Steu,
Mascia,
Carlo,
Tremori,
pochtadukhov,
ChickCorea,
Gilgamesh,
Gliattratti,
Topox.

Psychostyling

Dottori, come mai ho l’impressione che quelli che indossano quelle orribili magliette con scritto “Manicomio Criminal”, “De puta madre 69” o “Traficante” abbiano spacciato al massimo qualche chupa chups?

E che quelli che (parentesi genovese) indossano le magliette con scritto “Zena”, “Don’t worry, battitene u belin” siano dei gabibbi paurosi?